Beijing, China, 20-28 aprile 2002
L’avventura che ha portato la delegazione italiana a Pechino rimarrà a lungo ricordata come un avvenimento pionieristico nei rapporti tra Cina ed Italia. I contatti fra le due nazioni, che in realtà risalgono a molti secoli fa quando Marco Polo intuì l’importanza della civiltà cinese, erano da troppo tempo di scarsa rilevanza sia per la chiusura socio-politica della Cina che per il diafano segnale della cultura italiana all’estero. Nonostante qualche iniziale difficoltà comunicativa gli organizzatori sono riusciti a coinvolgere tanto l’amministrazione locale e governativa quanto la gente comune, incuriosita e sempre più interessata all’allargamento delle proprie vedute sociali e culturali. In tale ambito propositivo il segnale degli artisti italiani giunti nella capitale cinese è stato vivace ed esplicito: l’arte può e deve scavalcare le frontiere geopolitiche ma soprattutto quelle ideologiche, per realizzare una nuova concezione di società internazionale unita da comuni progetti umani e culturali. Affinché tale proposito avesse buon fine la delegazione si era proposta anche una full-immersion conoscitiva nella realtà cinese con una serie di tour nei principali siti archeologici e turistici adiacenti a Pechino.
La prima importante visita si è svolta presso la muraglia, imponente e maestosa opera umana, l’unica visibile senza zoom dai satelliti. C’è chi, come il Maestro Franco Gabriele, non si è lasciato perdere l’occasione di immortalare le proprie opere sullo sfondo delle storiche mura per meglio galvanizzare il valore delle opere stesse ma anche per testimoniare la volontà di assimilazione dello stile cinese. Tien Ali Men invece ci ha gettati in un contesto di memorie più recenti, dove le ancor vive vicissitudini del passato stridono rispetto all’atmosfera attuale, allegra, solare ed aperta ad una piena ricezione turistica. Anche l’aspetto dai colori ancora fortemente politici sembra aver lasciato il passo ad una connotazione meramente folcloristica dei monumenti, ove la grandiosità della Città Proibita è unicamente espressione di bellezza universale. I templi, le case, le scuole, le piazze, che un tempo erano testimoni della vita imperiale sono talmente affascinanti da farci comprendere quanto molteplice e prismatico possa essere il genio artistico. Le capacità estetiche della nostra cultura hanno bisogno del confronto con altri gusti poiché, ed i nostri artisti lo hanno compreso, l’assimilazione di altri stili si trasforma sempre in arricchimento umano e professionale.
Con l’entusiasmo suscitato da tali piacevoli visite ed una capacità organizzativa già ampliamente collaudata l’Accademia La Sponda e la delegazione tutta, con a capo l’On. Angelo D’Ovidio hanno potuto condurre ed essere testimoni del tanto atteso convegno “L’Italia, l’Europa e la Cina dalla tradizione alle proposte culturali per il Terzo Millennio” a cui è seguito il riuscitissimo 3° Premio internazionale “Terzo Millennio”. I premi, sculture in ferro dell’artista Simon Benetton, sono stati consegnati a Gong Ke, direttore degli affari internazionali del Guangming Daily, a Mario Sabattini, Direttore dell’Istituto Italiano di Cultura, a Cui Xuean, vicedirettore del Museo di Beijing, ed altre personalità di spicco. Al termine della premiazione, il dinner party ha confermato il clima di distesa amicizia e cordialità tra i rappresentanti cinesi ed italiani, con la promessa più che l’augurio che nuove manifestazioni seguiranno nel prossimo futuro per rinforzare la collaborazione tra il Bel Paese e la terra di Confucio.
Luca Corradini